Articoli e Lavori

News e Progetti
Teatro, Brancati al Brancati

Teatro, Brancati al Brancati

14.01.2017.
Quattro racconti in musica di Vitaliano Brancati​ 
“Catania, oh Catania era bella al principio del Novecento! C’era un odore di cipria per le strade, delicato come i visetti delle donne che la portavano…” Profumano d’antico, le pagine di quattro racconti brevi di Vitaliano Brancati, scelti come fonte di ispirazione da Ferdinando D’Urso, giovane ma talentuoso musicologo e musicista catanese, per la sua nuova creazione, Brancati al Brancati, in prima esecuzione assoluta al Teatro Brancati di Catania lunedì, 16 gennaio 2017, alle ore 21. Da sempre programmaticamente sensibile al fervido panorama musicale che alligna all’ombra del Vulcano, la Società Catanese Amici della Musica avvia la programmazione del nuovo anno con rinnovato impegno nella promozione di talenti locali, ma già ampiamente affermati in ambito internazionale. All’insegna del crossover tra musica colta e jazz, letteratura e musica, Brancati al Brancati costituisce un appuntamento di punta del cartellone della Scam, intitolato Le parole della musica.Locandina (3) Era infatti impossibile non cogliere le suggestioni dei bozzetti dell’autore di Paolo il caldo, brevi ma folgoranti cammei ispirati a una Sicilia remota eppur attualissima, alla Catania di sognatori intrisi di gallismo, alle suggestioni di un’isola bella e (in)felice. Comincia “Allegro molto, con swing”, I viaggi di Vito, in cui si narrano le mirabolanti imprese di chi è abituato a distinguere il mondo in “paesi senza donne” e “paesi pieni di donne”; mentre prende le mosse da Castelmola la triste vicenda di Sebastiana, “felice del silenzio, beata di star ferma, rapita dall’essere dimenticata e trascurata” durante gli anni travagliati della Seconda Guerra mondiale. E’ una Marcia, invece, ad annunziare gli eroici furori dannunziani della Singolare avventura di Francesco Maria, ambientato in tempi in cui “non tutte le signore erano fedeli al marito, naturalmente” e per questo si definivano “peccanti”; ed è “grottesco e un po’ sbracato” il meriggio di luglio in cui Trampolini si imbatte in una donna alle soglie del giardino Bellini, alle prese con l’indebolirsi dei sensi e il rafforzarsi della ragione.
A questo percorso Ferdinando D’Urso ha dato la forma di quattro melologhi per voce, sassofono contralto e pianoforte, che la regia di Andjela Bizimoska sfuma tra sogno e realtà, nel sempiterno boudoir etneo illuminato da una lampada rossa. Allo stesso D’Urso, impegnato al sassofono, si affiancherà al pianoforte Lorenzo Paesani, mentre i testi brancatiani, evocati dalla voce di Melita Lupo, rivivranno grazie allo slancio di due giovani attori, Viviana Consoli ed Eduardo Solano. Laureato in Discipline della musica all’Università di Bologna, jazzista attivo con vari gruppi, Ferdinando D’Urso ha già inciso tre cd (L’arsenale delle apparizioni, Waiting for Injection e Oi Dialogoi) e, di recente, ha dato alle stampe la sua prima monografia, Riposto nel cassetto: la terza corrente prima della terza corrente, dedicata ai contributi di Gunther Schuller sulla fusione trajazz e musica eurocolta.
S H A R E: