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Nicola Costa: “Più rispetto e tutele per i professionisti del Teatro”

Nicola Costa: “Più rispetto e tutele per i professionisti del Teatro”

03.05.2020.

di Elisa Guccione 

CATANIA- L’emergenza Coronavirus e il conseguenziale lockdown di tutti i settori ha creato nuove forme di povertà e sopravvivenza sociale. A subire questa condizione di disagio, tra gli altri, il mondo del teatro e dell’arte il primo a dover calare il sipario e probabilmente l’ultimo a riaccendere le luci del palcoscenico. Molti professionisti della nostra Catania, da sempre nella storia protagonista dell’attività culturale in Sicilia, cercano di reagire utilizzando i new media e i social come alternativa temporanea alle sale teatrali affermando- come dichiara Nicola Costa protagonista della nostra intervista- che nulla potrà sostituire la magia del pubblico a teatro, con il fiato e il calore degli spettatori presenti in sala legati indissolubilmente alle emozioni degli attori sulla scena. Tante però le lacune da colmare e le iniziative da rivedere e trasformare per una professione e una categoria che merita lo stesso rispetto e il pari trattamento di tutti gli altri lavoratori.

Come cambia il teatro ai tempi del Covid 19 e come hanno reagito i suoi allievi del Laboratorio Accademico di Drammatizzazione Permanente del “Centro Studi Teatro e Legalità?

“Dopo una riflessione durata diverse settimane ho deciso insieme ai miei ragazzi del Centro Studi di sperimentare la didattica a distanza. Stiamo realizzando un particolare audiovisivo, ovvero un monologo dal titolo “Percezioni”, che ho scritto traendo libera ispirazione da un testo -“Bestie”- di Federigo Tozzi, un autore poco conosciuto vissuto tra la fine dell’800 ed i primi del 900, il cui stile si accosta alla corrente verista ma anche alla prosa di Kafka e Dostoevskij. Tozzi ha vissuto la precedente pandemia, “la spagnola” nonché la nostra stessa esperienza di soggiogati. Ringrazio la mia amica e collega Debora Bernardi per avermi regalato questo spunto. “Percezioni” analizza dunque la dimensione della solitudine, del cambiamento, della costrizione. Ho detto ai miei allievi che oggi più che mai è necessario riappropriarci del nostro spazio vitale, l’arte del teatro, anche con mezzi che non avremmo mai immaginato di utilizzare e che in questo momento abbiamo a disposizione. E visto che non potremo realizzare uno spettacolo sul palcoscenico, lo faremo in modo diverso. Sarà un monologo diviso in 18 voci che arriverà al pubblico attraverso youtube e che sarà pubblicato nella pagina fb del “Centro Studi Teatro e Legalità- Accademia d’arte drammatica”. Al posto degli applausi e dei confronti a fine spettacolo, quest’anno ci faremo bastare un commento, un like o una condivisione. Non sarà la stessa cosa ma è necessario reagire alla situazione che stiamo vivendo, perché il Covid non può fermare i propositi di bellezza”.

Il governo Conte sta cercando di sostenere come meglio può in base anche la disponibilità finanziaria dell’Italia i lavoratori autonomi e dello spettacolo ma non tutti gli attori e professionisti del mondo dell’arte possono ricevere l’aiuto…

“È vero  per la prima volta è stata riconosciuta una dimensione di solidarietà nei confronti dei lavoratori dello spettacolo, attraverso il bonus dei 600 euro, anche se è stata esclusa una grande fetta di professionisti perché mancanti dei requisiti previsti dal decreto, ovvero i trenta giorni di contributi versati nell’anno precedente. Va precisato che questa infelice condizione delle mancate contribuzioni di legge non dipende mai dalla volontà del singolo lavoratore, ma dalle produzioni o dai teatri dai quali è scritturato i quali, non sempre, provvedono al regolare pagamento degli oneri previdenziali Inps -ex Enpals- nei modi dovuti , ovvero per il periodo di prove e spettacoli. Molti colleghi si sono così trovati, purtroppo, in situazioni davvero delicate, anche in termini di sopravvivenza. È da evidenziare a tal proposito l’azione di Luigi Tabitaresponsabile SAI, sindacato attori italiani, per la Sicilia Orientale SLC Dipartimento Artisti e Artiste SLC Cgil Catania, il quale sta lavorando sodo al fine di vedere esteso il più possibile quest’indennizzo, non escludendo coloro che per colpe non proprie, rischiano di non riuscire ad andare avanti in momenti di crisi sociale ed economica come quello che stiamo vivendo”.

Tutta la classe di attori professionisti catanesi ha rifiutato la proposta del Comune di Catania #plateaComune suscitando anche parecchie reazioni di solidarietà tra i social. Cosa chiedono gli attori al sindaco Pogliese e all’amministrazione comunale?

“Siamo uniti, solidali e compatti nel prendere le distanze e rigettare con forza quest’invito del Comune di Catania a diffondere in streaming contributi artistici a titolo gratuito, perché nessun professionista può essere considerato il giullare di un Ente pubblico messo lì ad intrattenere in un momento di grande difficoltà lo spettatore di turno. Un professionista se contattato da un Ente pubblico deve essere considerato per quello che è, ovvero una lavoratore che come tutti gli altri paga le tasse ma che a differenza di molte altre categorie non ha mai avuto diritto alla malattia o ad ammortizzatori sociali e che di solito, dopo aver reso la propria prestazione, nella migliore delle ipotesi, aspetta mesi per essere pagato. Tutti gli attori professionisti hanno rifiutato la proposta legata a “Platea Comune” ritenendola inadeguata e abbondantemente rivedibile. Nessuno deve o può lavorare gratis.  Prendiamo le distanze anche dall’intervista rilasciata dal sindaco di Catania Salvo Pogliese su Rai tre durante la puntata di “Fuori Tg”; il sindaco, a nostro parere, avrebbe dovuto sottolineare che a quest’iniziativa lanciata dal comune hanno preso parte solo alcuni artisti ma nessun attore professionista ha dato la propria disponibilità. Bisogna che tutte le istituzioni pubbliche comprendano che per tutti i professionisti dello spettacolo, recitare è un lavoro e non uno svago. Un lavoro che amiamo e che gradiremmo venisse rispettato e gratificato. Bisogna che si comprenda la differenza tra un attore professionista e uno che con passione esercita l’arte del palcoscenico per puro diletto”.

Elisa Guccione

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