di Elisa Guccione
ROMA- Giornalista, ma anche scrittore, saggista e autore teatrale. Attento osservatore della nostra società e spesso voce fuori dal coro. Oliviero Beha è morto la sera del 13 maggio all’età di 68 anni a Roma. Ad ucciderlo, racconta la figlia Germana, “è stato un male molto veloce”. Ma se n’è andato nel suo letto, aggiunge, “circondato dalla sua grande famiglia allargata. Papà era uno che amava tantissimo la famiglia, la sua grande famiglia allargata di parenti e amici”. Lascia la moglie, Rosalia, e tre figli, Germana, Manfredi e Saveria, nata con la sindrome di Down, che era stata protagonista con lui, due mesi fa di una puntata di Nemo, su Rai2, per sfatare luoghi comuni e pregiudizi. ‘Era molto amato e lo sapeva, era felicissimo dell’attenzione dei suoi lettori e di chi lo seguiva in tv – continua la figlia – amato e odiato, lui era così’.
La sua voce senza padroni e senza pregiudizi mancherà a molti, soprattutto a chi l’ha amato e ha deciso di percorrere come me con estrema modestia la sua stessa strada. Ho intervistato Oliviero Beha qualche anno fa, in occasione della consegna di un premio, e mi ha colpito il suo modo educato e cortese di porsi, lontano da quell’immagine che spesso i media in genere davano di lui.
È stato un bell’incontro ricco di tanti momenti di riflessione e punti interrogativi sul mondo del giornalismo, che hanno trovato risposta in quei venti minuti abbondanti d’intervista costruttiva e formativa.
Mi ritengo fortunata ad averlo incontrato nella mia strada. Adesso che è nel mondo dei giusti non posso non augurargli buon viaggio nella speranza che la terra gli sia lieve.
Elisa Guccione
leggi l’intervista ad Oliviero Beha