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Un momento difficile e l’ultimo doloroso abbraccio alla propria madre

Un momento difficile e l’ultimo doloroso abbraccio alla propria madre

09.05.2018.

di Elisa Guccione 

CATANIA- Parlare della morte dei genitori non è semplice, descrivere il sentimento di vuoto, solitudine ed impotenza di un figlio che accompagna la madre verso il viaggio eterno senza cadere nel ginepraio della retorica è davvero rischioso. Arrivare a scuotere la coscienza delle persone raccontando la quotidianità di molti quando nel rapporto con i genitori, coloro che riteniamo dal primo istante immortali, subentra la difficoltà della malattia e l’aiuto costante verso un genitore anziano bisognoso di una presenza fissa al suo fianco non è facile. Lo spettacolo “Un momento difficile” tratto dalle pagine di “Stanze di famiglia” del drammaturgo triestino Furio Bordon diretto magistralmente da Giovanni Anfuso e messo in scena per la prima volta in assoluto alla sala Verga, con repliche fino al 20 maggio, per una produzione del Teatro Stabile di Catania e del Teatro Stabile di Trieste, è un dialogo d’amore e di poesia tra il protagonista, “Tu”, interpretato superbamente da Massimo Dapporto, con il ricordo della madre giovane e spavalda, un’intensa Debora Bernardi, e con il padre morto, un perfetto Francesco Foti,  mentre l’anziana madre è prossima a ricevere l’abbraccio letale di sorella morte, una straordinaria Ileana Rigano, capace di commuovere ed emozionare sin dalla prima battuta.31958832_2126809844207402_6251951161394331648_o

La liricità con cui i ricordi e le gelosie di un ragazzino innamorato della propria mamma prendono forma attraverso la presenza fisica dei genitori sulla scena, curata da Alessandro Chiti, e il confronto con quello che è oggi la propria madre, con la scelta d’amore di non abbandonarla alle fredde cure di una struttura specializzata ma lasciarla vivere nella sua stanza tra i suoi oggetti, prima del tragico momento del trapasso fino alla nuova condizione in cui non si è più figli ma orfani, penetra con la precisione di un cecchino direttamente al cuore del numeroso pubblico fino a sconvolgere le pieghe più recondite della propria anima.

thumbnail (4)Tutti nessuno escluso abbiamo instaurato un dialogo con chi non c’è più e l’intuizione del regista Giovanni Anfuso, coadiuvato da Angelo D’Agosta, di mettere in scena come qualcosa di estremamente semplice e senza alcun artificio o orpello particolare il dialogo con i propri cari è vincente.

Grande emozione, sottolineata dalle musiche di Paolo Danieli, il perfetto gioco di luci realizzato da Gaetano La Mela con le coreografie di Amalia Borsellino e i costumi di Riccardo Cappello, per la scena finale in cui “Tu” deve salutare per sempre la propria mamma sapendo che l’unico mezzo per continuare a vivere è il ricordo di chi resta, affinché l’indissolubile legame madre figlio continui oltre la morte.

Elisa Guccione

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