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Recovery Fund, soluzione trovata

Recovery Fund, soluzione trovata

21.07.2020.

“Si è trovata una soluzione” sulla governance del Recovery fund. “La soluzione finale consente l’attivazione del freno di emergenza solo in casi eccezionali che comporta un passaggio in Consiglio europeo senza conferirgli facoltà decisionali. L’intera procedura ricade sotto competenza della Commissione, le cui prerogative sono state esplicitamente richiamate nel testo dietro richiesta del presidente Conte. La delegazione italiana ha altresì acquisito parere legale del servizio giuridico del Consiglio che conferma piena competenza delle prerogative della Commissione. Questo significa nessuna possibilità di veto in nessuna fase della procedura”. Lo affermano fonti italiane. 39afb0669faeaae544a0e22057ec70a6

Nella bozza sulla governance del Recovery fund è previsto che l’erogazione dei fondi, in caso di attivazione del procedimento del freno d’emergenza, possa essere bloccata per massimo tre mesi. Lo precisano fonti italiane, secondo le quali nella proposta presentata oggi da Charles Michel sarebbe stata modificata la formulazione venendo incontro alle richieste di Conte.

Alla fine Conte riesce a ottenere una bozza finale di accordo (sempre che sia l’ultima), stilata dal presidente del Consiglio europeo Charles Michel, che conferma i 750mld e non tocca i capitoli che più interessano all’Italia. Sempre che domattina il quadro resti in questi termini: più volte rimandata in giornata, la plenaria dei leader comincia in tarda serata, si interrompe intorno alle 23 per quelli che dallo staff di Michel definiscono “aggiustamenti tecnici”.

In sostanza, rispetto alla proposta Michel di sabato scorso (750mld totali, 500mld di sussidi e 250mld di prestiti), dalla nuova ripartizione (750mld totali, 390mld di sussidi e 360 di prestiti), l’Italia riesce a ottenere una disponibilità maggiore di prestiti pari a +38,816mld (127,4mld rispetto agli 88,584mld che avrebbe avuto con la prima bozza) e vede ridursi la quota dei sussidi di soli 3,842mld (81,4mld contro gli 85,242mld della prima proposta). Il saldo tra sovvenzioni e prestiti è positivo: quasi 35mld in più per l’Italia (da 173,826mld a 208,8mld). Un calcolo che trova spiegazione nel fatto che i due capitoli del pacchetto ‘Next generation Eu’ dai quali l’Italia prenderà le maggiori percentuali di sussidi, il ‘Recovery and resilience facility’ (20 per cento) e ‘React Eu’ (32 per cento), non vengono toccati o ridotti di poco.

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