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il Teatro post Covid, parlano gli attori

21.05.2020.

“Sono un’istintiva e alla notizia inaspettata della riapertura dei teatri siciliani per l’8 giugno, ammetto di aver fatto salti di gioia. Appena ho smesso di saltare però, ho dovuto necessariamente rimettere i piedi per terra. Come attrice in primis, perché le linee guida che ci impongono l’uso delle mascherine e il mantenimento delle distanze di sicurezza, sono inaccettabili. Far recitare un attore con la mascherina e alle distanze previste dalla normativa, significa non permettergli di esprimersi pienamente. Non mi ricordo spettacolo dove non abbia corso, ballato, sudato, pianto, baciato, abbracciato e compiuto altre mille azioni che al momento mi sono precluse. Dovermi adattare alle normative significa dover pensare un teatro ad hoc. Ma se priviamo un luogo magico per eccellenza come il teatro della libertà di potersi esprimere senza limiti, quanto resta davvero del Teatro? Se poi valuto la questione, oltre che da attrice, come membro dell’associazione culturale mezzARIA , la situazione è ancora più grave e complessa. Oltre alla perdita economica dovuta all’annullamento delle repliche che avrebbero dovuto tenersi in questi mesi ci troviamo nell’impossibilità di poter programmare nuovi progetti per le difficoltà organizzative alle quali le piccole produzioni indipendenti, come la nostra, stanno andando incontro, avendo operato, finora, prevalentemente in spazi piccoli e non adeguati alle nuove normative. Ribadisco quindi, a tal fine, la proposta già avanzata dal nostro presidente Filippo Trepepi, di creare una “rete” tra le associazioni , finalizzata nell’immediato, alla richiesta, agli enti preposti, di uno spazio comune che possa essere condiviso dalle realtà , come la nostra, operanti nel territorio, e che ci possa permettere di continuare a fare il nostro mestiere, unendo le nostre forze nel rispetto, ciascuno , della propria identità artistica”.100103853_534772863864549_429739725964705792_n

Alice Sgroi

Attrice

“Davvero, non riesco a capire su quali premesse sia stata presa la decisione di dare il via libera alla riapertura dei teatri il 15 giugno! Ancora una volta, appare chiaro che chi è stato preposto a dare questo genere di indicazioni non ha la giusta cognizione di causa (eufemismo per dire che non ha la più pallida idea di come funziona il teatro). Quando, in genere, gli addetti ai lavori (non solo attori ma anche tecnici e maestranze che ruotano intorno ai palcoscenici) ci stavamo rassegnando, per cause di forza maggiore, ad una lenta e faticosa ripresa, forse, a ottobre (ottimisticamente) se non, addirittura, nel 2021, ecco che arriva, a sorpresa, questo “generoso beneplacito”! A giugno? Che dovremmo fare a giugno? Riprendere in fretta e furia una stagione saltata e compromessa ai primi di marzo? Allestire alla bell’e meglio tutti quegli spettacoli rimandati (si credeva) a data da destinarsi? E in quali condizioni di tutela della salute dei vari cast? Può una compagnia creare quotidiani “assembramenti” per le necessarie prove? E come dovremmo andare in scena, con le mascherine? A distanza di sicurezza? Finché Giulietta sta al balcone, non c’è problema… ma dovrà pur baciare, ad un certo punto, il povero Romeo! E Otello come strangolerà la sua Desdemona… telepaticamente? Solo per citare due esempi classici e noti a tutti… Oppure, inventarsi tutta una drammaturgia incentrata sulla tematica del virus (per giustificare il rispetto delle varie e un po’ confusionarie norme su di un palco)? E il pubblico, che già ha l’umore sotto i tacchi a causa della pandemia, verrebbe in teatro a sorbirsi titoli come “L’amore ai tempi del coronavirus” o “Civitoti in pretura per richiedere il tampone” o qualche adattamento de “La peste” di Camus? E poi, già lo spettatore medio a giugno non entra in una sala neanche gratis… figuriamoci ora! Senza aria condizionata (ché non si può azionarla), distanziati l’uno dall’altro dopo chissà quanto tempo in coda al botteghino, senza neanche poter usufruire del bagno all’intervallo (o con notevoli disagi), ecc ecc… Siamo seri! Per non parlare dei costi: sanificazione, presìdi, riduzione dei posti, telematizzazione obligatoria dello sbigliettamento… quanto si dovrebbe far pagare un biglietto? Insomma, il teatro è un rito collettivo, civile e sociale… in queste condizioni, sommariamente elencate, non si può, a mio modestissimo parere, celebrare! Altro discorso sarebbe quello dei teatri (o luoghi atti alla bisogna) all’aperto… ma, anche in quel caso, occorre un concreto e sostanzioso aiuto da parte delle istituzioni a sostenere i costi di gestione sanitaria degli spazi. Sebbene, un altro timore che si fa strada è quello che i fondi, che forse arriveranno, possano finire in mano ai “soliti noti” (pubblici e privati)! Insomma, 15 giugno, riapertura… “un par de ciufoli”!98346392_2621542098105620_8014547628765216768_n

Emanuele Puglia 

Attore

“Speriamo di cominciare a vedere la luce almeno per la nostra vita sociale ed affettiva non tanto per il teatro che non potrà cominciare in così breve tempo. Stiamo vivendo un momento storico gravissimo e altamente sorprendente. Sono molto dubbioso su quest’apertura. Chi stabilisce queste norme non conosce bene il mondo del teatro. Non sapendo come poter sostenere tutti gli attori, anche se non voglio crederci, quest’apertura potrebbe essere una strategia politica anche se credo che lavorare in questo momento è davvero difficile”.98356190_2915397338573616_3839712758467657728_n

Filippo Brazzaventre

Attore

“Come tutti gli artisti stiamo aspettando le risorse, percheè senza aiuti nessuno potrà ripartire. Salvatores e Veronesi hanno scritto al Papa per chiedere aiuto oltre che alle varie Istituzioni, perchè nessuno può andare avanti senza aiuti. Recitare con la mascherina è assurdo, spero si trovi un’altra soluzione. Il teatro è espressione del viso e del corpo e non può essere mascherato da stoffa o altre cose, lo stesso vale per i musicisti. A queste condizioni è davvero troppo difficile ricominciare. Aspettiamo e vediamo cosa succederà in questi giorni prima della ripartenza”.98361723_244387296665052_3368155233749303296_n

Mario Opinato

Attore

“Aprire o non aprire?” Questo è dubbio amletico che tormenta, oggi, qualunque lavoratore dello spettacolo, soprattutto quello dal vivo. Se infatti da una parte c’è una certa voglia di ripartire che nasce dalla paura di tenere legato il pubblico (già disattento in passato, oggi del tutto disorientato) al teatro, se c’è il desiderio di usufruire di alcuni fondi di investimento previsti dal governo per le attività svolte in questo momento, se, ancora, c’è necessità di esprimersi e di scendere in campo per fare ascoltare, ognuno, la propria voce, dall’altro lato dell medaglia è chiaro che non possono essere sedate facilmente e semplicisticamente tutta una serie di domande che conseguono ad una eventuale riapertura. Le linee guida, al momento, sono poco chiare e le prospettive sulla “sanificazione” degli ambienti e dei servizi sono abbastanza preoccupanti; inoltre, la presenza limitata del pubblico e il distanziamento degli artisti in scena (per i quali, tra l’altro non è chiaro il trattamento assicurativo) scoperchiano quel vaso di pandora che contiene, sin da prima della pandemia, sia le problematiche economiche che quelle relative ad un riconoscimento della “categoria” da parte dello Stato e della collettività. Pertanto, per quanto col cuore auspicherei ad una riapertura accelerata, so che per noi non si può parlare di un “ritorno alla normalità”, poiché siamo sempre stati ben lontani dal viverne una. E se questo per il pubblico (ancora troppo ignaro di cosa si cela dietro un lavoro artistico) ha sempre rappresentato un elemento di fascino, per i lavoratori dello spettacolo è oggi, più che mai, richiesto un atto di rinascita con regole e tutele chiare, ma soprattutto attente alla pluralità del professionismo, termine che non utilizzo a caso, poiché lo spettro pericolosissimo degli amatoriali è sempre dietro l’angolo e non per colpa loro, ma poiché è una categoria che fa sempre gola ad una certa classe politica ed istituzionale che vede nella gratuità una grande risorsa e non un atto svilente e irrispettoso verso la cultura e la dignità del nostro lavoro”.100477478_262292504822455_6257040444237021184_n

Giuseppe Bisicchia e Massimo Giustolisi 

Buio in Sala

“Finalmente, l’unica cosa che si può dire è finalmente, onestamente ci siamo sentiti un poco abbandonati, ancora qualche mese di assoluto silenzio nei nostri confronti e si paventava il ritorno alle sepolture fuori le mura per i teatranti. Ora a parte ogni facile e sterile considerazione, io spero che la data del 15 giugno per la riapertura dei teatri venga anticipata da una serie di norme chiare e applicabili (mascherine per gli attori!?! sarebbe come obbligare a mettere gli scarponi da sci a Roberto Bolle durante le sue esibizioni) è chiaro che la ripresa sarà dura, ma la cosa più importante è riprendere. E qui lo stato ci deve venire incontro agevolando l’apertura di quel benedetto sipario che per troppi mesi è rimasto chiuso, con incentivi, tariffe agevolate sui servizi (luce, telefono, siae, enpals) e se prima eravamo in società per tassare gli incassi ora è arrivato il momento di condividere e partecipare alle spese. ciao Gino spero vada bene.99083085_2918768314876762_6378621373429841920_n

Gino Astorina Attore

“È inutile negare che la situazione sia complessa non possiamo fare altro che adattarci e inventare da creativi un nuovo modo di fare spettacolo poiché ci sono delle restrizioni come l’uso della mascherina per gli attori durante la messa in scena che non è assolutamente compatibile con la stessa recitazione. Bisognerebbe creare delle nuove modalità per gli attori e non è da sottovalutare che le sale piccole difficilmente potranno continuare ad esistere”. 98350681_271950557334387_6110914747610169344_n
Francesca Ferro
Attrice
“Mi auguro che questa riapertura segni una linea di demarcazione definitiva e necessaria tra chi svolge questo lavoro come unica ed esclusiva professione e chi lo fa solo per svago e passione tra chi ha studiato per salire su un palcoscenico ed ha bisogno di essere necessariamente tutelato per continuare a vivere dignitosamente”.99156560_267695734608996_1012989429993701376_n
Guia Jelo
Attrice

“Non si può celare la felicità per la ripresa dell’attività teatrale. Come attrice e come persona non chiedo assistenzialismo ma la possibilità di esercitare dignitosamente il mio lavoro. Porto avanti un progetto volto alla riqualificazione dei borghi e tanti Comuni stanno aderendo : c’è richiesta .Esiste una Sicilia che ha sete di condivisione culturale. Come manager di una struttura teatrale le cose stanno diversamente: è chiaro che, per ripartire ,la filiera dello spettacolo in generale necessiterà di concreti supporti finanziari (la soluzione non può essere l’indebitamento) ma è anche necessario che le singole unità teatrali locali siano disposte ad aprirsi ad un’azione condivisa di linee guide mirate al superamento delle criticità oggettive e comuni alle stesse. Credo molto nel confronto e nel dialogo . Auguro un buon lavoro a tutti” .99367472_230273384940247_5094759351193698304_n

Valeria Contadino

Attrice 

“Mi auguro che a seguito di quest’apertura ci sia un aiuto concreto da parte del Comune dando in appalto con uno o più service degli spazi gratuiti non solo per la stagione estiva ma anche per quella invernale che è in realtà quella più a rischio. A Catania ci sono tanti spazi al chiuso come le sale interne delle Ciminiere che potrebbero essere date in comodato d’uso gratuito, anche solo per un anno, in modo da far presentare i nuovi cartelloni e dare l’opportunità ad una classe di professionisti di poter continuare a lavorare e sopravvivere nonostante la pandemia”.99382152_547593979194203_7360680815484731392_n

Valerio Santi

Attore

“Ripartenza:
La nostra compagnia è rimasta totalmente bloccata con i tanti progetti, rassegne, spettacoli nelle scuole, laboratori, scuola di formazione. Per quanto riguardo il nostro gruppo paghiamo gli affitti per ben due spazi teatrali – Roots e Spazio Fluido – i quali, per ora chiusi, sono stati luoghi di costante attività teatrale tra laboratori e spettacoli, luoghi di incontro e confronto per un pubblico teatrale tendenzialmente giovane e curioso. Roots in particolare è sede principale delle due rassegne ‘Underground Rivers’ e ‘Il Teatro dei Giganti’ ed oltre alle nostre produzioni ha ospitato numerose compagnie professioniste della Sicilia e non solo.
Una riapertura dei teatri è auspicabile ed è necessaria, in quanto il teatro e la formazione teatrale  è una risposta importante e possibile al bisogno della società di reintegrarsi, di vivere nella socialità, di liberarsi dalle emozioni negative e psicologicamente destabilizzanti che ci sono stati in questi tre mesi.
La Sicilia ha numerosi spazi dove le attività teatrali possano essere svolte, parchi, giardini, piazze, cortili bellissimi, spiagge, lungomare, insomma, c’è l’imbarazzo della scelta. Questi posti sono molto più sicuri dal punto di vista sanitario rispetto al chiuso, la limitazione dei posti, le file contingentate sono facilmente attuabili e si rischia molto meno andare a vedere uno spettacolo teatrale rispetto ad entrare in un supermercato. Ovviamente il teatro, i concerti, la danza, tutte quelle attività artistiche che si possono fare da seduti, non certo un concerto rock dove il contatto fisico è molto probabile che si inneschi.
Per fare ciò abbiamo necessità della politica, perchè da soli non si può riaprire, i costi  della sanificazioni sono alti,  il pubblico esiguo, per ogni attività si prevede di avere solo 1/3 del solito, probabilmente dovremo proporre solo monologhi o spettacoli con poche persone,  e in repertorio poiché non abbiamo i soldi per fare nuove produzioni. (Insomma è tutto molto complesso). Il comune potrebbe essere un grande alleato, promotore in tutto questo e noi auspichiamo che ci ascolti e si renda conto, che questa potrebbe essere una grande opportunità per tutta la città di catania”.98361769_695222384588375_5643461863007059968_n
Antonella Caldarella e Steve Cable 
Roots
“Ipotizzare che un intero comparto riapra su disposizioni studiate a tavolino senza considerare gli effettivi bisogni dei professionisti dello spettacolo è una vera utopia, perché oltre alle difficoltà psicologiche da parte del pubblico ad affrontare una sala con altre persone accanto, anche se distanziate, non sarà facile ma bisogna tenere conto che molti spettacoli anche quelli già rodati non si potranno fare non solo per i costi ma anche per il problema del distanziamento sociale degli attori in scena che senza spazi abbondantemente ampi e gratuiti bloccheranno l’arte del palcoscenico”. 98184498_1609985115834010_8152068787911262208_n (1)
Nicola Costa
Attore

 

“Siamo positivi e propositivi, come abbiamo provato a rimanere per tutto questo periodo. La data della ripartenza è più vicina di quanto ci potessimo aspettare, dato che in una prima fase si è ipotizzato addirittura di ripartire a dicembre. Adesso aspettiamo le linee guida per poter organizzare tutto al meglio e poter rincontrare il nostro pubblico, al quale abbiamo sempre provato a star vicini con tutti i mezzi a disposizione. A loro volta anche tutti gli affezionati e gli spettatori sono stati straordinari nel dimostrare la loro vicinanza e gratitudine ed è per questo che siamo certi che al momento della riapertura non mancherà la presenza della gente comune che dimostra sempre “più di avere voglia di buon teatro”.99117883_334690610843230_9155642270907629568_n (1)

Eduardo Saitta – Il Teatro dei Saitta

S H A R E: