di Elisa Guccione
Ph Dino Stornello
Catania- La storia quella dell’Illuminato Federico II si incontra con lo spaccato di vita e di umanità di quattro donne che vivono nell’ombra e nel desiderio di incontrare l’imperatore.
Dopo il debutto al Teatro Massimo di Siracusa arriva al Piccolo Teatro della città, per una produzione Associazione Città Teatro in collaborazione con VersoArgo, lo spettacolo “Harem” di Alberto Bassetti diretto da Manuel Giliberti. Un interessante atto unico dove si consumano le passioni e i sentimenti di donne estremamente contemporanee, nonostante l’epoca storica in cui vivono, le quali in una scena essenziale che vuole rappresentare una delle sale dei tanti castelli di Federico II sparsi nel suo territorio, sono
alla ricerca della propria identità e del proprio scopo di vita.
Una Siciliana, una Germana, una Romana e una Saracena interpretate dalle convincenti Simonetta Cartia, Deborah Lentini, Alessandra Fazzino e Cecilia Mati Guzzardi dialogano, scherzano e sognano, probabilmente durante la notte più lunga della loro vita, su cosa sarà il loro destino già scritto fin dalla nascita ovvero diventare la favorita di Federico e primeggiare sulle altre.
La loro quotidianità viene stravolta dall’arrivo di un colto e raffinato Visitatore molto speciale dall’identità nascosta quasi sino alla fine dello spettacolo, interpretato da un superbo Emanuele Puglia signore e padrone della scena, il quale disturba l’apparente quiete del gineceo confondendole ed ammaliandole con il fascino della novità e la bellezza del sapere raccontata in un gioco tra sacro e profano, tra religione e conflitti tra potere temporale e spirituale in contrapposizione alla magnificenza dello “Stupor Mundi” di Federico II.
Una lezione di storia e di vita che vede nella messa in scena l’analitica descrizione del rapporto tra potere e dipendenza, che grazie all’incontro con questo ammaliante Visitatore che altri non è che l’oggetto del desiderio delle quattro donne, permette alle protagoniste di riconoscere i limiti della loro realtà distruggendo tutte le loro illusioni in cui nonostante l’evidenza continueranno a rifugiarsi.
Elisa Guccione