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Covid: l’Italia supera i 100mila morti, 318 le vittime nelle ultime 24 ore

Covid: l’Italia supera i 100mila morti, 318 le vittime nelle ultime 24 ore

09.03.2021.

L’Italia supera la soglia delle 100mila vittime per Covid. A poco più di un anno dalla morte di Adriano Trevisan, il 78enne di Vo’ Euganeo prima vittima del virus nel nostro paese, il totale delle persone uccise dal virus ha raggiunto le 100.103.

Nelle ultime 24 ore l’incremento è di 318.

Sono 2.700 i pazienti in terapia intensiva per il Covid in Italia, 95 in più rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri in rianimazione, secondo i dati del ministero della Salute, sono 231 (ieri erano 161). Nei reparti ordinari ci sono invece 21.831 persone, in aumento di 687 unità rispetto a ieri.

Sono 13.902 i test positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute, che portano il totale dall’inizio dell’emergenza a 3.081.368. Ieri i contagi sono stati 20.765.

Sono 184.684 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 271.336. Il tasso di positività è stabile al 7,5% (ieri era del 7,6%).

Una riunione del Comitato tecnico scientifico è in programma per martedì mattina per valutare eventuali nuove misure restrittive alla luce della diffusione dei contagi. La riunione, secondo quanto si apprende, sarebbe stata sollecitata dal governo alla luce proprio del verbale degli esperti di venerdì nel quale gli scienziati hanno espresso “grande preoccupazione” per la diffusione delle varianti e ribadito la necessità di innalzare le misure a livello nazionale e locale. Tra le ipotesi allo studio, chiusure generalizzate nei fine settimana, zone rosse più rigide e il criterio di 250 casi ogni 100mila abitanti per entrare automaticamente in zona rossa

Agenas, 11 regioni con terapie intensive oltre la soglia critica – Continua a crescere di nuovo il peso della pandemia nelle terapie intensive italiane, dove l’occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid torna a raggiungere, a livello nazionale, il 29% ovvero appena un punto sotto la soglia definita critica. E sono ben 11 le regioni che la superano. E’ quanto emerge dal monitoraggio realizzato dall’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) aggiornato al 7 marzo, che mostra, rispetto ai dati del primo marzo, una crescita del 4% a livello nazionale e due regioni in più oltre soglia. Le 11 regioni che superano il 30%, ovvero il livello definito ‘critico’ poiché una volta superato risulta difficile poter assistere ad altri pazienti non Covid, viene superato da: Abruzzo (40%), Emilia Romagna (37%), Friuli Venezia Giulia (33%), Lombardia (40%), Marche (42%), Molise (49%), PA di Bolzano (38%), PA di Trento (53%), Piemonte (32%), Toscana (34%), Umbria (58%). Per quanto riguarda invece i posti occupati da pazienti Covid nei reparti ospedalieri di malattie infettive, pneumologia e medicina generale, la quota nazionale sale al 33%, ancora sotto la soglia critica del 40%, ma 3 punti percentuali in più rispetto ai dati del primo marzo. In questo caso, la soglia critica viene superata da 7 regioni, ovvero 2 in più rispetto a una settimana fa: Abruzzo (43%), Emilia Romagna (45%), Lombardia (44%), Marche (52%), Molise (43%), Piemonte (40%) e Umbria (50%).

Intanto le Regioni si dividono sulle chiusure. L’ipotesi di introdurre misure più restrittive per limitare la nuova diffusione della pandemia, complici le varianti, divide i governatori, mentre si moltiplicano le zone rosse in ambito locale: al via a Napoli, dal 10 le province di Fermo e Pesaro-Urbino, lunedì potrebbe toccare anche al Piemonte. Il governatore del Veneto, Zaia, avverte che al momento non sono previste ulteriori restrizioni oltre la zona arancione; il presidente della Liguria, Toti, si dice “fermamente contrario” ad appesantire le misure.

 

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