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Alla Feltrinelli grande partecipazione di pubblico alla presentazione del libro “Domus Siciliae” di Alessio Maria Camarda Signorino

Alla Feltrinelli grande partecipazione di pubblico alla presentazione del libro “Domus Siciliae” di Alessio Maria Camarda Signorino

20.02.2024.

Catania- “DOMUS SICILIAE” – Piccolo viaggio sentimentale nel cuore intimo delle dimore storiche siciliane con le splendide fotografie di Emilio Messina, Dario Flaccovio Editore, prefazione di Vittorio Sgarbi,received_1598423674288946

Alessio Maria Camarda Signorino, storico con una particolare attenzione per la storia dell’arte, è membro del “Consiglio della Biblioteca Liciniana”. Socio e corrispondente della Società Nissena di Storia Patria e socio della Società Siracusana di Storia Patria, ha all’attivo diverse pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali.received_919196369558761

Emilio Messina, fotografo, guida e divulgatore naturalistico ha esplorato come pochi la Sicilia nei suoi angoli più remoti. Diverse le collaborazioni per documentari e programmi televisivi che lo hanno visto impegnato come pilota di drone. Vincitore di diversi concorsi fotografici, i suoi scatti sono stati pubblicati su libri, riviste e quotidiani di respiro internazionale.

Nella sua prefazione, Vittorio Sgarbi scrive ricordandoci: “Chi non ha il privilegio di essere siciliano, vede e sente da fuori ciò che è sentimento e orgoglio di chi sente quella luce quelle ombre, nel riparo delle case come un destino di immortalità […] I siciliani credono di essere dei, e li capiamo vedendo le case che Camarda Signorino racconta, il cui fasto è lo specchio di una concezione del mondo che non conosce limiti alla felicità e al dolore”.

Un libro che è la poesia delle ricordanze, l’esaltazione massima dei sensi; è evocazione, storia vissuta che ci accomuna, ricordi che tornano alla mente attraverso oggetti, odori, ritratti, dipinti: è un condursi a casa seguendo un sentiero sicuro, un rifugio salvifico ai mali del mondo usando un linguaggio ricercato ma comprensibile rivelando un’erudizione profonda ma mai fine a se stessa.

La poesia dei sensi e delle cose, la bellezza fanno da “fil rouge” del romanzo.

Scrive Camarda Signorino lasciando esprimere il cuore: “In certi momenti il pensiero, l’idea che la dolcezza di tante persone, la tenerezza di tanti animali si possano perdere nei meandri del tempo mi soffoca.
Come si fa a dimenticare il sorriso di una madre della provincia inglese del XIX secolo, così per ogni nazione, secolo e tempo?
Eppure migliaia, milioni di questi sorrisi si sono smarriti, persi nelle pieghe del tempo, nascosti negli occhi chiusi di chi ancora ricordava e custodiva quel ricordo , quel sapore.
Cosa resta di questo, allora? Come si fa a non impazzire, sentendo il cuore sobbalzare lento e veloce, provando a pensare a quanto amore, bellezza, dolcezza si siano persi senza un perché, una volontà, solo perché il tempo è scorso, affievolendo fino all’oblio la memoria.
Barry diceva che con la prima risata di un bimbo nasce una fata. Lo penso anche io e credo che altre meravigliose fate nascano da quelle scintille d’amore, quegli echi di tenerezza, e che permangano in esse custodite in un cuore di luce.
Io non dimenticherò e spero che, un giorno, chi verrà dopo di me non dimenticherà, allungando il più possibile la permanenza dell’amore nelle coscienze, prima di danzare anche io, con chi ho amato e chi mi ha amato, attorno a una stella che mai muore.
Io credo nelle fate, lo giuro! Lo giuro!”

Padrona assoluta di queste parole è la poesia, il battito di un cuore estremamente empatico, compenetrato, emozionato.
La descrizione delle Domus siciliane attraverso il racconto di chi ci ha vissuto, stimola i sensi delle lettore: nello scorrere del testo possiamo percepire i profumi di chi ci ha vissuto e quello degli ambienti circostanti; nel tocco ossequioso di taluni oggetti si sfiora la storia, pelle con pelle.
Si possono udire i tacchi delle signore che, con eleganza, si accomodano sui ricercati e curati divanetti per degustare un buon te oppure una bella tisana rilassante; si può quasi avvertire in bocca il gusto del cucinato, il gusto dei prodotti tipici del posto e poi vedere, come in immagine onirica o evocativa, scene di vita: il gioco dei bimbi spensierati e sorridenti e il fattivo lavoro dei genitori o dei nonni.
Collante di tutto questo è l’amore, il senso di appartenenza alla propria “domus”, a ciò che si è curato, restaurato e lasciato lì, con i segni del tempo ben visibili: uno squarcio sulla parete, un dipinto scolorito, un oggetto semi rotto ma prezioso perché reca in se un ricordo importante, sviscera una suggestione che sfocia in emozione profonda e pura.

Modera la presentazione di “Domus Siciliae” a La Feltrinelli di Catania Antonella Sturiale, giornalista, drammaturga, scrittrice, poetessa, che con grande sensibilità ne evidenzia i punti per lei salienti e sopra descritti ponendo ai due autori domande sulle rispettive scelte; interviene il professor Giuseppe Frazzetto, storico e critico d’arte, estetologo che ci trasporta nel mondo artistico e filosofico dimostrando profonda conoscenza in storia dell’arte.

Dal dibattito emerge la volontà da parte di Alessio Maria Camarda Signorino di far conoscere le bellissime domus siciliane dal loro lato umano, profondo: racconti di spaccati di vita intimi e preziosi, pezzi di cuore, schegge di emozioni donati al lettore. Un viaggio nell’anima senza dover viaggiare: è la mente a fare la valigia e lo spirito a fotografare luoghi.

Emilio Messina nelle sue fotografie adopera la luce naturale: tutto è reale, niente “aggiustamenti”, niente inquadrature ad hoc atte a coprire le imperfezioni, le linee, i segni inesorabili del tempo sulle cose.

Commovente il suo racconto di un proprietario di una bellissima domus ad Agrigento che, dopo aver fatto visitare, con scrupolosa attenzione, ogni ambiente, si scopre essere cieco.
Il sussulto del pubblico a questa rivelazione, commuove intensamente.
Un libro da leggere con gli occhi e col cuore, un tuffo nel passato che accomuna l’essere umano e lo sensibilizza al senso profondo e al valore delle proprie radici.

“Conta davvero poco dove nasci quando la dimensione che collega la tua vita a una città è scritta nelle stelle. E’ la percezione di trovarti a casa”.
(Fabio Granata)

“L’eredità dei padri devi riconquistarla, se vuoi possederla davvero”.
(Goethe)

[ … ] Nel corso degli anni, soprattutto durante la notte quando i rumori diventano più forti, ho così imparato attraverso essi un assunto importantissimo, ovvero di come in tutte le fiabe il castello rappresenti una persona e che dunque i propri luoghi, fisici o dell’anima, racchiudono l’identità di chi li abita.
Proprio per tale ragione voglio sperare, in ogni misura verrà concessa dalla sensibilità di chi legge, che questo racconto di parole, immagini e ricordi possa, in qualche modo, tracciare la strada di casa, ovunque essa sia, anche in quel luogo dove acqua e cielo si sfiorano appena”.
(Alessio Maria Camarda Signorino)

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