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Al Metropolitan di Catania  la grande casa siciliana della commedia

Al Metropolitan di Catania la grande casa siciliana della commedia

29.09.2019.

Saranno cinque spettacoli all’insegna della migliore commedia, cinque spettacoli imbastiti all’interno di un’unica stagione che nasce nel segno della continuità e della “sicilianità”.
Sono queste le premesse della nona “Una Stagione a 4 Stelle – Gilberto Idonea” 2019-2020 quest’anno impaginata ex novo da Alessandro Idonea, attore e regista impegnato in tutta Italia e figlio del compianto mattatore (di cui il 5 ottobre ricorre l’anniversario della prematura scomparsa), che ha preso in mano le redini di una stagione di successo, che già lo scorso anno ha ricevuto l’approvazione di pubblico e critica.
«Questa nuova stagione è stata pensata all’insegna della sicilianità – dice Alessandro Idonea – nel senso che sono siciliani gli attori, i registi, le produzioni e tutte le riduzioni. Ogni spettacolo mira dunque ad esaltare la nostra terra, quel teatro che qui ha avuto i natali e che sempre più spesso viene bistrattato. Io sono fortemente convinto che il nostro teatro non abbia nulla da invidiare a quello del resto d’Italia. Quanto alla scelta dei titoli, pur mantenendo fede alla tradizione, quest’anno ho voluto spingermi un po’ più in là proponendo alcuni spettacoli che, pur essendo a mio avviso in linea con i gusti del nostro pubblico, vanno oltre a quanto proposto fino ad oggi».

Infatti la stagione 2019-2020 nasce, come di consueto, nel segno della tradizione e della commedia più divertente, senza trascurare la nuova comicità e gli evergreen. Uno spettacolo al mese, (doppia replica il sabato e pomeridiana la domenica), per trascorrere alcune ore all’insegna dell’allegria e della spensieratezza, e per risollevare gli animi in un momento storico, sociale ed economico tutt’altro che allegro.

Il via sabato 30 novembre (con replica l’1 dicembre) al Teatro Metropolitan di Catania con “Polvere di Stelle”, varietà tratto dal film commedia del 1973 diretto e interpretato da Alberto Sordi, che vedrà in scena, diretti da Angelo Tosto, una coppia vincente – Giovanna Criscuolo e Alessandro Idonea –, reduci dal successo di “Amore e pinzimonio” e “Maggiordomo srl”. «“Polvere di Stelle” è la storia allegra più triste che abbia mai sentito, oppure è la storia triste più allegra che si possa trovare – dice Angelo Tosto -. Faccio parte di quelle fortunatissime generazioni che non hanno mai conosciuto personalmente la desolazione, l’idiozia e l’orrore della guerra che in questo spettacolo è coprotagonista, ma quanto a croci e delizie del teatro, quanto a sacrifici e privazioni, e speranze e trionfi seguiti da tonfi, ho una discreta e più che cinquantennale esperienza di attore, di regista e di autore teatrale. Il fatto che abbia sempre fruito di almeno due pasti al giorno, non mi impedisce di palpitare e comprendere l’avvilimento di una compagnia di modesti artisti del Varietà del 1944, denutriti e male in arnese, come quella che ci propone Alberto Sordi in un film memorabile che segna, forse, il picco più alto del suo essere regista, oltre che interprete, insieme all’immensa Monica Vitti. Mi sono dedicato alla regia di questa storia aggiungendo, levando, rispettando e cambiando situazioni e battute, ma sperando sempre che possa essere la celebrazione dei miei antenati più remoti, dei miei padri più recenti. Insomma, dell’antichissima “famiglia” del teatro di cui mi pregio di far parte».

L’11 e il 12 gennaio arriva a Catania “That’s Amore”, la commedia musicale del giarrese Marco Cavallaro, che da oltre 3 anni è in tournée nazionale registrando numeri da record. Lo spettacolo, che vede in scena lo stesso Cavallaro insieme a Ramona Gargano con la partecipazione di Marco Maria Della Vecchia, si avvale delle musiche originali di Piero Di Blasio. Ne esce fuori una favola moderna sul bisogno d’amarsi per affrontare la vita, che prende vita da un vorticoso susseguirsi di situazioni divertenti, condite da canzoni romantiche.

Il 15 e 16 febbraio Bruno Torrisi e Carmelo Caccamo, diretti da Federico Magnano San Lio, saranno i protagonisti di “Annata ricca, massaru cuntentu” di Nino Martoglio, uno spettacolo che per “Una Stagione a 4 Stelle – Gilberto Idonea” ha un valore aggiunto. Proprio con questo titolo, infatti, nel lontano 1988 Gilberto Idonea apriva al Teatro Metropolita di Catania la sua prima stagione da direttore artistico, intitolata “Festival nazionale di teatro popolare”.

Il 21 e 22 marzo il ritorno sul palco del Metropolitan del grande mattatore Pippo Pattavina, questa volta con “L’avaro” di Moliere, di cui firma anche la regia. A vestire i panni di Arpagone è l’apprezzato attore siciliano che riesce a trasformare la grettezza del taccagno e meschino personaggio in una esilarante arma di comicità, allineando la rappresentazione popolare alla commedia dell’arte.
«Nei tempi passati, una cosa è stata sempre rimproverata a Molière: l’abuso di una comicità plateale – scrive Pattavina nelle note di regia -. Non sono d’accordo, Molière scriveva commedie! E il suo intento era, senza alcun dubbio, quello di suscitare ilarità per fare divertire il suo pubblico, e c’è riuscito perfettamente. Io mi sono attenuto, in questa mia elaborazione dell’Avaro, ai suoi dettami. Ho tirato fuori, esaltandolo, quanto di più comico e di surreale c’è in questa commedia».

Anche quest’anno “Una Stagione a 4 Stelle” non poteva mancare di omaggiare la memoria del suo creatore, e lo fa con l’ultimo spettacolo in cartellone che andrà in scena il 9 e il 10 maggio. Si tratta di “Caro papà” dello stesso Gilberto Idonea, che vedrà in scena il figlio Alessandro, che ne firma anche la regia, al fianco di Gino Astorina. “Caro papà” è una commedia che si potrebbe definire “un treno in piena corsa”, un testo che, riproponendo e intersecando verità ed inganni in un susseguirsi di risate e finte verità, non lascia respiro allo spettatore che attende fino alla fine la risoluzione di un grande bluff. Una commedia all’italiana, un’occasione di vero gioco teatrale in cui il quotidiano viene per un attimo dimenticato, e la magia della leggerezza viene riscoperta assieme al piacere del dialetto, tra una risata e una canzone.

«Non ci poteva essere spettacolo migliore, già a partire dal titolo, per omaggiare mio padre – conclude Idonea -. Di lui, oltre al ricordo di figlio, mi rimane l’esempio e il rigore da mantenere, sempre, sulla scena. Ricordo ancora, come fosse oggi, che durante una messa in scena di U sapiti com’è! –  ero poco più che un ragazzino – nel bel mezzo dello spettacolo mio padre uscì in quinta, dove c’ero io seduto per terra che mi facevo i fatti miei e, soprattutto, parlavo a voce alta, e con grande disinvoltura mi diede du’ jancate ben assestate! Da allora tutte le volte che attraverso un palcoscenico, anche a sipario chiuso, lo faccio in religioso silenzio».

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